Il professor Gori, un uomo
alto, abbastanza panciuto, e di solito tranquillo, deve per la prima volta
in vita sua indossare la marsina per recarsi alle nozze della sua allieva
Cesara Reis con un certo signor Migri, un ricco signore vedovo.
Il commesso di un negozio
gli offre dodici marsine da provare, una più stretta dell'altra,
e il professore decide alla fine di tenere quella meno stretta. Mentre
tenta di annodarsi la cravatta, però, la marsina gli si spacca sotto
un’ascella: purtroppo non ha più il tempo per farla ricucire o per
cambiarla, e quindi si reca alle nozze con l'abito scucito. Giunto
dall’abitazione della sua ex allieva, viene a conoscenza dell’improvvisa
morte della madre della ragazza. Entra nella casa e, notando tutti i parenti
pronti a festeggiare il matrimonio, si reca furiosamente nella stanza mortuaria
e a gran voce sostiene che non si può rimandare il matrimonio: dunque
ordina alla sua allieva di indossare l’abito da sposa, ma, mentre gesticola,
perde definitivamente la manica della marsina che si era scucita. Rientrato
come un guerriero nel salottino, annuncia ai parenti dello sposo l’imminente
celebrazione del matrimonio, convincendo in seguito lo sposo stesso.
Grazie alla marsina stretta,
il matrimonio viene celebrato, in quanto il professore trova il coraggio
di ribellarsi, senza abbandonarsi alla commozione.
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