PARAFRASI
San Lorenzo, io so perché
tante stelle brillano e cadono per l’atmosfera tranquilla, perché
un così grande pianto del cielo fa luce.
Una rondine ritornava al
suo nido sul tetto: la uccisero: cadde tra gli arbusti: portava nel becco
un insetto: la cena per i suoi piccoli.
Ora la rondine abbattuta
ha le ali aperte in croce, tendendo quel verme a un cielo inaccessibile;
e gli abitanti del nido sono nell’ombra della sera, attendono e pigolano
sempre più piano.
Anche un uomo tornava dalla
sua famiglia: lo uccisero; disse “Perdono!”; e nei suoi occhi spalancati
rimase un grido di dolore: portava due bambole in dono alle sue figlie…
Ora nella casa solitaria,
lo aspettano invano: l’uomo, dallo sguardo immobile e attonito, addita
le bambole verso quel cielo tanto lontano.
E tu, Cielo, che sei infinito,
eterno, dall’alto inondi con lacrime questo mondo, che altro non è
che un atomo non illuminato nell’immensità del cosmo, dove domina
il Male.
METRO
6 quartine di novenari e
decasillabi alternati a rima alternata.
COMMENTO
Le stelle che cadono durante
la notte di S. Lorenzo non sono altro che per il poeta le lacrime del cielo
sulla malvagità degli uomini. Per pascoli il 10 agosto è
una data emblematica dato che è l’anniversario della morte del padre,
avvenuta nell’estate 1867. Egli dice di sapere perché un così
gran numero di stelle sembra incendiarsi e cadere nel cielo: è perché
tante stelle che cadono così fitte sembrano le lacrime di un pianto
dirotto che splendono nella volta celeste. Poi immagina una rondine che,
mentre tornava al suo nido fu uccisa e cadde tra i rovi: ella aveva un
insetto nella bocca cioè il cibo dei suoi piccoli. Qui Pascoli,
con una metafora, intende dirci che la rondine era l’unica fonte di sostentamento
per i suoi piccoli così come suo padre lo era per lui. Descrive
la rondine trafitta sui rovi spinosi con le ali aperte quasi come se fosse
in croce, accostando tale immagine a quella dei suoi rondinotti, che rimangono
in una vana attesa del cibo. Dopo passa a descriverci un uomo, suo padre,
che mentre tornava a casa fu ucciso, ma, aggiunge, mentre era in punto
di morte pronunziò parole di perdono verso i suoi assassini. Negli
occhi rimase la volontà di emettere un grido. Invece Pascoli, con
il particolare delle due bambole che l’uomo portava in dono alle figlie,
voleva alludere alla tenerezza che avrebbe caratterizzato l’arrivo del
padre a casa e delinea un mondo di consuetudini affettuose che la morte
interruppe. Adesso, nella casa “solitaria”, i suoi familiari lo attendono
inutilmente come in precedenza avevano fatto i rondinotti. Il povero uomo
con gli occhi impietriti dalla morte indica le bambole al cielo che è
descritto dal poeta molto distaccato e indifferente al dolore umano. E
infine, dice che il cielo, visto come una divinità, dall’alto della
sua serenità lascia cadere fitte lacrime su questa piccola parte
dell’universo, che è il regno del male. In questa poesia la morte
del padre assurge a simbolo dell’ingiustizia e del male: il dolore del
poeta diventa il dolore di tutti.
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