PARAFRASI
Mi è stato sempre caro questo colle solitario e questa siepe che l'orizzonte esclude.
Ma quando mi siedo e osservo spazi interminati e silenzi, in tutta quella quiete, mi nascondo nei pensieri, e il cuore si spaventa.
E come il vento soffia tra gli alberi, io penso a questo silenzio infinito, e ricordo il tempo passato e quello presente e vivo e il suo rumore; Così, in questa immensità il mio pensiero affonda: e naufragare in questo mare sterminato è dolce.
COMMENTO
Questi versi sono un richiamo ad un Romanticismo più "europeo"; infatti la contemplazione
della natura è un elemento ricorrente nelle letterature tedesca, inglese e francese
di quegli anni, ma è pressoché assente nel Romanticismo italiano, forse più teso al
patriottismo e agli ideali liberali.
Il poeta si trova sulla sommità di una collina e osserva il cielo, soffermandosi a riflettere
sul paesaggio che lo circonda e sugli elementi della natura; ecco allora che il rumore
del vento riporta alla mente il suono degli anni che passano, e che l'immensità che
avvolge l'autore è come una marea che travolge il suo corpo e il suo spirito.
L'inizio della poesia è concreto e il colle inteso è il monte Tabor. I pensieri del
poeta sono stimolati da elementi esterni concreti che diventano occasione di riflessioni
al di là della concretezza: in questo senso l'immagine della siepe non è un elemento
molto negativo (limita la veduta) perchè permette al poeta di pensare con la fantasia
che cosa ci sia al di là; la siepe rappresenta pertanto il limite della possibile conoscienza
umana.