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"Siddharta" - Herman Hesse

Scheda di Siddharta - Herman Hesse: autore, titolo, editore
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: tempo
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: luogo
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: riassunto
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: ambiente sociale
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: personaggi
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: linguaggio usato
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: messaggio dell'autore
Scheda di Siddharta - Herman Hesse: giudizio personale


Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Autore, titolo, editore

L’autore di questo libro è Herman Hesse e il titolo dell’opera è Siddharta. L’edizione da me utilizzata per la lettura è del Gruppo Editoriale L’Espresso e questo romanzo fa parte del progetto La Biblioteca Di Repubblica.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Tempo


La vicenda di Siddharta è senza tempo. L’autore non ci dà alcun indicatore temporale specifico forse per rendere meglio l’idea che i problemi e le domande che si pone l’uomo sono sempre le stesse e che i concetti espressi in questo libro varranno sempre, in qualsiasi epoca e in qualsiasi luogo.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Luogo


La vicenda si svolge in una lussureggiante India ricoperta di boschi e attraversata da fiumi cristallini; in particolare la storia di Siddharta ha luogo in foreste, luoghi di pace nei quali il protagonista vive felice, e in una città, dove assapora i piaceri materiali dimenticandosi di quelli interiori. Sembra quasi che l’autore abbia voluto creare questa contrapposizione tra la natura, che dona felicità, e le opere umane, luoghi nei quali l’uomo perde sé stesso.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Riassunto


Nell’India di un tempo sconosciuto crebbe Siddharta, figlio di un ricco Brahmino. Sin da piccolo aveva seguito diligentemente tutti gli insegnamenti del padre, sottoponendosi ogni giorno agli esercizi quotidiani e ai sacrifici agli dei. Egli era sempre accompagnato dal suo fedele amico Govinda che lo ammirava moltissimo e che viveva sempre nella sua ombra. Quando Siddharta camminava per la strada, suscitava l’ammirazione delle persone, l’amore delle ragazze e l’orgoglio dei suoi genitori, felici di avere un figlio così studioso. Ma Siddharta non si sentiva soddisfatto dalla sua dottrina, non trovava ciò che cercava, ossia la felicità interiore, l’appagamento dell’anima e la liberazione dal dolore. Fu per questo che un giorno decise che avrebbe lasciato la sua casa per andare a vivere con i Samana del bosco per apprendere la loro dottrina. Comunicato il suo progetto all’amico Govinda, informò anche il padre, che naturalmente era contrario, ma il giovane vinse le sue riserve dimostrandogli la sua determinazione a partire non senza il suo benestare restando un’intera notte in piedi nella stessa posizione aspettando la risposta che si voleva sentir dire. Quindi partì per il bosco accompagnato dal suo fedele compagno. Fu accolto dai Samana dai quali apprese in tre anni tutto ciò che potevano insegnargli: apprese la pratica del digiuno e della mortificazione del corpo, l’arte della spersonalizzazione, della pazienza e del pensiero. Un giorno però si accorse che avrebbe potuto imparare tutto ciò anche nella più sporca bettola del mondo, poiché lo stato che raggiungeva durante la spersonalizzazione era simile a quello che raggiungeva un ubriaco siccome, nonostante i suoi sforzi, prima o poi tornava sempre in se stesso, non riusciva a liberarsi completamente dalla sua anima. Proprio in quei giorni giunse la notizia che in città era arrivato il venerabilissimo Gotama, il Buddha, l’Illuminato e Siddharta decise sotto proposta di Govinda di ascoltare questa nuova dottrina. Lasciarono così i Samana e giunsero al boschetto di Jetavana, dove il giorno seguente ascoltarono la dottrina del Buddha alla quale aderì Govinda, al contrario di Siddharta che trovava la dottrina perfetta, ma non adatta a lui. Espose le sue riserve a Gotama la sera stessa, gli disse che non c’era nulla che non andasse in quella dottrina ma lui non vi avrebbe potuto aderire poiché essa non dava la spiegazione della liberazione interiore che il Buddha aveva trovato e aggiunse che da quel momento in poi non avrebbe più aderito a nessuna dottrina dato che non lo aveva fatto con quella perfetta del Buddha che sosteneva che, per liberarsi dal dolore, l’uomo non doveva avere desideri. Quindi si congedò da lui e dal suo amico che lo aveva abbandonato dopo tanti anni. Allontanandosi cominciò a riflettere sulla sua vita e capì che quello che aveva cercato di ottenere era sempre stato a portata di mano e che lui lo aveva sempre evitato con la pratica della spersonalizzazione, mentre tutto quello che cercava lo avrebbe trovato conoscendo meglio se stesso e imparando dal suo Io, dal quale aveva sempre cercato di liberarsi. Ora il mondo appariva più bello ai suoi occhi ed egli, con il tempo, imparava sempre di più. Si sentiva felice e quindi partì per la città. Giunto ad un fiume fece la conoscenza di un barcaiolo che lo ospitò una notte nella sua capanna e che poi lo traghettò gratuitamente verso l’altra sponda del fiume, certo che un giorno si sarebbero rincontrati. Quindi Siddharta si avviò verso la città alle cui porte incontrò in quel primo giorno una splendida donna trasportata su una portantina. Venne a sapere che si trattava di Kamala, una ricca cortigiana, e il giorno dopo si recò a casa sua. La donna gli disse che per essere suo amico bisognava avere soldi, belle scarpe e bei vestiti. E fu proprio quell’incontro a stravolgere la vita del giovane Brahmino Samana che diventò ricco lavorando per un facoltoso mercante di nome Kamaswami per potersi permettere gli incontri con la dolce Kamala, saziò la sua vita di piaceri terreni e materiali e perse la sua felicità interiore. Infatti all’inizio incuriosì tutti con la sua indifferenza alle perdite anche consistenti di denaro, mentre dopo tanti anni divenne anche lui un uomo-bambino che si lasciava influenzare e indisporre dal mondo esterno. Una volta ascoltava con indifferenza i racconti e le lamentele del vecchio mercante, mentre ora le sopportava a stento, ma quel che gli pesava di più era l’aver perso la sua integrità e quella voce dentro di lui che una volta lo ammoniva, ma che lui, dopo tanti anni, aveva smesso di ascoltare e un giorno sentì che era morta. Allora, resosi conto che aveva perso anche le capacità che aveva appreso durante la sua giovinezza e delle quali si era vantato dinanzi al vecchio mercante, cioè il saper pensare, aspettare e digiunare, decise di abbandonare quella vita corrotta e sbagliata. Quella sera, presso il medesimo fiume che aveva attraversato vent’anni prima, aveva deciso che si sarebbe suicidato gettandosi nelle sue acque cristalline, ma a un certo punto risentì quella voce dentro di sé che sussurrava il sacro Om. Fu quella voce a salvarlo e quando si risvegliò dal lungo sonno di quella notte si accorse che quello che aveva sentito morire un giorno non era la sua anima, ma il vecchio e impuro Siddharta, che in quella notte era ringiovanito ed era ritornato bambino. Notò poi vicino a lui un monaco dalla tonaca gialla che si destò e che lui riconobbe essere il suo antico amico Govinda, che però non lo riconobbe subito. Il monaco gli disse che aveva vegliato su di lui durante il sonno, ma che adesso chiedeva congedo per raggiungere i suoi compagni. Siddharta lo salutò e lo chiamò per nome e solo dopo che gli spiegò come mai lo sapeva, Govinda lo riconobbe. Scambiarono quindi qualche parola come ai vecchi tempi, quindi si congedarono. Siddharta si sentiva di nuovo integro interiormente e ancora felice. Rincontrò il barcaiolo al quale chiese di insegnargli l’arte di condurre una barca e di ascoltare, dato che l’uomo, che si chiamava Vasudeva, aveva ascoltato fino a tarda notte le vicende del suo ospite, stupendolo. I due uomini passarono molti anni insieme come fratelli, alternandosi i compiti e ascoltando il fiume che ogni volta insegnava loro qualcosa di nuovo. Un giorno arrivò alla capanna Vasudeva che portava in braccio una donna accompagnata da un bambino. Quella donna era Kamala che si era convertita alla dottrina del Buddha e il bambino era suo figlio, suo e di Siddharta. Kamala morì la notte stessa poiché era stata morsa da un serpente. Siddharta e Vasudeva tennero il ragazzino con loro, ma questi non portava rispetto verso il padre e, nonostante fosse sempre stato trattato con amore, un giorno scappò in città.  Invano il padre lo seguì, ma alla fine Vasudeva gli fece capire che il figlio stava seguendo le orme di quel ragazzino di nome Siddharta, che aveva abbandonato la sua vita per seguire la propria strada, e che ora si rendeva conto del gran dolore che aveva dato al padre quando lo lasciò. Un giorno Vasudeva comunicò al suo compagno che lo avrebbe lasciato e che sarebbe andato nel bosco. Poco dopo Siddharta rincontrò il suo amico Govinda che però nuovamente non lo riconobbe subito. Il monaco brillava di ammirazione per il suo amico che aveva veramente trovato la felicità, così gli chiese quale fosse il suo segreto. Allora Siddharta glielo svelò, avvertendolo però che ciò che diceva poteva sembrare qualcosa di insensato e bizzarro, e così apparirono le sue parole all’amico, che comunque continuava a pensare che la persona che gli stava innanzi fosse un santo e s’inchinò davanti a lui.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Ambiente sociale


L’ambiente di cui fa parte Siddharta è sicuramente un ambiente “borghese” poiché egli fa parte di una famiglia di ricchi Brahmini, ma durante lo svolgimento della vicenda il protagonista entra a far parte di realtà diverse dalla sua, incontrando persone ricche, ma anche gente umile e povera, ma non per questo meno felici e spensierati

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Personaggi


Il protagonista della vicenda è Siddharta, un personaggio molto profondo e meditativo, che cerca la felicità interiore. Del suo aspetto fisico conosciamo poco, soprattutto perché l’autore vuole sottolinearne i pensieri. Siddharta è un personaggio che cresce, che si forma a mano a mano che fa esperienza, che impara sempre dai suoi errori. Infatti comprende da solo che quello che stava cercando era all’interno del suo Io dal quale in principio aveva cercato di liberarsi.
Gli altri personaggi che compaiono in questo racconto sono Govinda, il Buddha, il barcaiolo Vasudeva, Kamala e il mercante Kamaswami.
Govinda è l’amico fedelissimo di Siddharta che sembra destinato a vivere per tutta la vita all’ombra del compagno, seguendone le decisioni e lo stile di vita. Invece a un certo punto prende da solo una decisione che non viene condivisa da Siddharta e anche se lo rattrista il fatto di dover lasciare il suo amico che fino a quel momento era stato il suo unico punto di riferimento, intraprende una nuova vita all'ombra questa volta del Buddha. Quest'ultimo è importante poiché è dopo averlo visto e udito che Govinda abbandona l’amico e che Siddharta si rende conto di come abbia sprecato la sua vita fino a quel momento ed è stato alla vista di quell’uomo perfetto che il giovane decise di non seguire più alcuna dottrina.
Il barcaiolo Vasudeva è uno degli innumerevoli maestri di Siddharta e non è un uomo ricco, ma i suoi pensieri sono profondi e fu questo piccolo e semplice uomo ad aiutare Siddharta ad ascoltare il fiume e in seguito ad alleviare il dolore causatogli dal figlio.
Kamala è anch’essa una maestra di Siddharta e fu per lei che lui intraprese la nuova vita in città, che si trovò un lavoro e per colpa della quale fu spinto a perdere le sue virtù interiori. Kamala, come dice Siddharta stesso, non ama, perché altrimenti non avrebbe potuto fare dell’amore un’arte.
Il mercante Kamaswami insegnò l’arte della compravendita a Siddharta, a trattare il denaro e a non cedere ai creditori. Era un vecchio che amava sottomettere chi non gli sapeva tenere testa, ma in compenso era molto disponibile e affabile con chi riteneva all’altezza.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Linguaggio usato


Lo stile che l’autore ha adottato nella stesura del libro è molto complicato e prolisso. Ho avuto molte difficoltà in certi passaggi che ho dovuto leggere numerose volte per avere il presagio di averli capiti. Il linguaggio rispecchia la difficoltà e la complessità del tema espresso, che sarebbe stato più comprensibile se il linguaggio fosse stato più semplice.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Messaggio dell'autore


Il messaggio dell’autore è molto utile, profondo e rivolto a tutti. Suggerisce che, per trovare la felicità, ognuno deve dapprima conoscere se stesso ed è lì che troverà tutte le risposte alle domande che si pone, o almeno saprà dove andarle a cercare. Inoltre l’autore ci dice che ogni persona deve cercare la propria strada e toccare con mano i vari aspetti della vita. Solo coloro che non hanno abbastanza forza d’animo si appoggiano a delle dottrine che in apparenza danno loro la sicurezza, ma per l’autore non è quel tipo di vita che regala la felicità. Inoltre il racconto della vita di Siddharta insegna a ricavare il massimo dalla vita apprezzando ciò che ci circonda e sfruttando al massimo le proprie capacità e il proprio potenziale, ma ci fa anche capire che non bisogna perdere di vista né la propria meta, né i propri punti di riferimento e che bisogna dare ascolto soprattutto all’istinto, che magari lì per lì ci può far sbagliare, ma ciò che è fatto d’istinto è sempre la migliore esperienza di vita possibile. L’ultima affermazione dell’autore è che la saggezza non si può trasmettere come le conoscenze, ma ognuno deve maturare interiormente fino a raggiungere questo stato mentale.

Scheda di lettura libro - Siddharta - Herman Hesse - Giudizio personale


Il primo impatto con questo libro non è stato dei più felici dal momento che sono stata tentata più volte di smetterne la lettura. Infatti non si apprezza subito il contenuto a causa della troppa staticità degli eventi raccontati. Solo in seguito, con il passare delle pagine, ho apprezzato la crescita interiore di questo personaggio, con il quale spero, tra qualche anno, di potermi paragonare una volta che avrò riletto il libro. La cosa un po’ ostica da capire subito è che questo è un romanzo di formazione, e come tutte le opere di questo genere non è adatto a leggersi la sera, poiché per capirne i ricchi e profondi contenuti bisogna avere la mente fresca.

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