Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1867 da una famiglia della borghesia commerciale.
Frequentò le università di Palermo, Roma e Bonn, nella quale ultima si laureò nel 1891
con la tesi sui dialetti greco siculi.
Tornato in Italia collaborò con scritti critici e poesie alla "Nuova Antologia".
Dopo il matrimonio con Antonietta Portulano, una crisi economica rovinò il loro patrimonio,
così si dedicò all'insegnamento di stilistica e poi di letteratura italiana. Nel primo
novecento pubblicò saggi, novelle e romanzi, ma si affermò un autore drammatico.
Pirandello esordisce con alcune raccolte di liriche Mal giocondo, Pasqua di Gea, Elegie
Renane, cui seguirà una traduzione delle Elegie romane di Goethe nel 1896.
Con l'incoraggiamento di Capuana, Pirandello si dedica alla narrativa con il romanzo
L'Esclusa e le prime novelle; morì a Roma, mentre stava lavorando al suo dramma I giganti
della montagna, nel 1936.
Il romanzo è strutturato in due parti uguali: la prima è ambientata in un piccolo paesino
della Sicilia, la seconda, invece, si svolge a Palermo.
Un giorno Marta Ajala viene sorpresa dal marito Rocco Pentagora mentre sta leggendo
una lettera d'amore che le aveva scritto un giovane del paese, Gregorio Alvignani; viene
scacciata di casa, sconvolgendo la tranquillità non solo della propria unione, ma anche
della famiglia degli Ajala. Il padre di Marta per il dolore si rinchiude in se stesso,
abbandona gli affari, che vanno in malora, e nel giro di qualche settimana muore di
crepacuore: restano tre donne sole, una madre (Agata) e due figlie (Marta e Maria).
Il fallimento dell'impresa paterna mette sul lastrico le tre donne, che sono costrette
anche a lasciare la casa.
Marta cerca lavoro; vince un concorso per insegnare nel collegio che lei stessa aveva
frequentato da ragazza, ma non può prenderne possesso per le chiacchiere della gente,
che si rifiuta di avere come maestra delle proprie figlie un'insegnante sulla quale pende
l'accusa del tradimento. Per intervento di Gregorio Alvignani, che nel frattempo era
diventato senatore del regno, Marta ottiene un posto in un collegio di Palermo, dove
si trasferisce con la madre e la sorella.
A Palermo tre professori si innamorano di lei, Attilio Nusco, Pompeo Emanuele Mormoni
e Matteo Falcone, e ciascuno a proprio modo, lemanifesta il proprio amore. Sempre a
Palermo incontra l'Alvignani, dal quale Marta si fa sedurre, credendo di amarlo e restando incinta.
Rocco ama ancora Marta e le chiede di ritornare a casa a vivere con lui, ma una cosa
complica la situazione: la donna gli confessa di aspettare un bambino.
Marta non più innocente ritornerà alla fine col marito, dopo che innocente era stata scacciata.
Marta è la protagonista del romanzo e su di lei ruota tutto l'intreccio: è stata scacciata
di casa dal marito Rocco, perché sospettata di tradimento, nonostante sia innocente.
Questa vicenda non sconvolge soltanto la vita della giovane donna, ma anche quella di
suo padre e di sua madre.
Francesco Ajala, il padre di Marta, appena venuto a sapere dell'accaduto, inizialmente
tenta di persuadere Rocco a non farne una tragedia, a rivalutare la situazione e capire
di cosa realmente si tratta (non riesce a credere che sua figlia Marta, la prediletta,
sia una poco di buono).
La signora Agata Ajala, a lei Marta si rivolge chiedendo aiuto e complicità e implorandola
di andare a parlare con il padre per convincerlo a tornare a casa. La madre, come del resto
la sorella Maria, hanno la funzione di accompagnatrici di Marta.
Rocco, è il personaggio emblematico del romanzo: oppresso dalle regole e dalle convenzioni.
Crede nel tradimento della moglie prima di tutto perché nella sua famiglia così si verifica da generazioni.
Questo libro mi ha fatto riflettere molto.
La situazione di Marta era oltre che imbarazzante anche molto triste, perchè non solo
era accusata di una cosa che non aveva fatto, ma a causa di essa le persone le hanno
attribuito sgradevoli appellativi. Inoltre mi sono resa conto che quello che l'autore
ha descritto succede tutt'oggi, non mi riferisco solo al tradimento, ma anche alle maldicenze,
non sempre vere, che potrebbero rovinare la vita di qualcuno.