Zeno Cosimi è un maturo e agiato commerciante triestino che, giunto all'età di cinquant'anni,
decide di affidarsi alla terapia psicanalitica per liberarsi dal vizio del fumo, dalla
sua inettitudine e dai vari complessi che lo affliggono. Lo psicanalista, chiamato Dottor S.,
induce Zeno a fissare sulla carta i ricordi della propria vita, ricordi che egli non
rievocherà in ordine cronologico, ma lascerà vagare in libertà nella sua memoria, in
un seguito di episodi legati ciascuno ad un suo vizio o ad un suo fallimento. Siccome
Zeno decide si smettere la terapia, in quanto comprende che è impossibile guarire dalla
malattia, il Dottor S. pubblica per vendetta le confessioni del suo ex-paziente, che
vengono raccolte in una breve Prefazione, che si finge scritta dallo psicanalista stesso.
Dopo un breve Preambolo, in cui compare una prima autopresentazione, seguono le varie
storie narrate in prima persona da Zeno stesso: nel capitolo Il fumo, egli vuole innanzitutto
guarire dal vizio del fumo, ma vani sono gli sforzi per smettere di fumare; per disintossicarsi,
si fa perfino ricoverare in una casa di cura, dalla quale fugge dopo aver corrotto l'infermiera.
Si iscrive all'università, ma non riesce a terminare gli studi. Nel capitolo intitolato
La morte di mio padre, Zeno descrive i difficili rapporti con il padre, che diventano
equivoci quando quest'ultimo, sul punto di morte, colpisce il viso del figlio involontariamente.
Nel capitolo seguente, La storia del mio matrimonio, Zeno si innamora di Ada Malfenti,
la figlia più bella di un furbo commerciante, ma finisce per sposare Augusta la sorella
brutta e strabica, a causa di un'errata dichiarazione d'amore; nonostante la sfortuna,
Zeno riesce comunque ad approdare ad un matrimonio felice. Nel capitolo La moglie e
l'amante Zeno tradisce la moglie, pur continuando ad amarla, per instaurare una relazione
con Carla; ma questa lo abbandona per sposare il maestro di musica che Zeno stesso, le
ha presentato. Nel capitolo Storia di un'associazione commerciale, vengono descritte le disastrose imprese commerciali di Zeno e Guido, suo cognato e rivale in amore, che
terminano col suicidio di quest'ultimo. Nell'ultimo capitolo, Psico-analisi, che si
finge scritto un anno dopo gli altri, durante la guerra, Zeno sostiene di essere guarito,
ma non grazie alla psicoanalisi, bensì alla felice ripresa della sua attività commerciale.
Nelle ultime pagine le parole di Zeno esprimono i temi fondamentali del romanzo: innanzitutto
l'adozione del "flusso di coscienza", per il quale il fluire imprevisto dell'inconscio si
sostituisce al racconto stesso ed elimina ogni criterio temporale e di continuità della
narrazione: la divisione del romanzo in capitoli distinti come
storie ben precise è il frutto di questa tecnica. Vi è poi il tema dell'inettitudine del
protagonista, dovuta alla contraddizione tra aspirazioni e bisogni dell'individuo dell'età
contemporanea e l'impossibilità di realizzarli; questo porta a un malessere, una "nevrosi
permanente" che a sua volta porta a una visione pessimistica di sé stessi e del mondo.
Vi sono poi i contrasti salute/malattia e morte/vita, secondo i quali "la vita somiglia
un poco alla malattia, per come procede per crisi e lisi (=logorìo) ed ha i miglioramenti
ed i peggioramenti giornalieri. Però, a differenza delle altre malattie, la vita è sempre
mortale. Non sopporta cure". Se la vita, che appare agli occhi degli uomini "né bella,
né brutta, ma originale", è paragonata alla malattia, allora la morte coincide per forza
con la salute del mondo: Zeno è infatti convinto che forse il Cosimo recupererà la sua
salute quando un uomo "un po' più ammalato degli altri, con un esplosivo incomparabile,
farà esplodere la Terra, che, ritornata alla forma di nebulosa, errerà nei cieli priva
di parassiti e di malattie".
CAPITOLO 1 - Il fumo
Zeno inizia a fumare per rivaleggiare con il padre, con il quale non ha mai avuto buoni
rapporti. Una malattia alle vie respiratorie lo convince a smettere, ma lo obbliga a
passare il resto della sua vita a fumare "l'ultima sigaretta". Invano è il tentativo
di chiedere aiuto ad una clinica specializzata, in quanto fugge da quest'ultima il giorno
seguente, dopo aver cercato di corrompere un'infermiera. Zeno in questa situazione pone
il fumo come causa stessa del suo male congenito, e pertanto cerca di sbarazzarsene: ma
la paura che, smettendo di fumare, il suo malessere non gli passi ugualmente, lo obbliga
a fingere di voler smettere.
CAPITOLO 2 - La morte di mio padre
Il capitolo inizia con la descrizione del genitore ormai defunto, seguito dalla narrazione
degli eventi dell'ultimo giorno di vita del padre. Già dal risveglio Zeno comprende che
il padre è malato e prossimo alla morte, e decide pertanto di rivelargli i suoi sentimenti
in un ultimo colloquio di addio. Ma, a causa del delirio e dell'incoscienza del padre,
Zeno non riesce a comunicargli i suoi veri sentimenti: in questo riesce invece il padre,
che, al momento della morte, alza la mano "alta alta" e dà uno schiaffo al figlio. Tutti
i dottori e psichiatri cui si rivolge Zeno parlano di riflesso meccanico, ma il ricordo
di quello schiaffo terrorizza Zeno. La scomparsa del padre rappresenta, infatti, la
scomparsa dell'antagonista concreto col quale misurarsi per mettere in luce le proprie
capacità. Dall'altra parte il rimorso per la mancata confessione viene interpretato
da Zeno come un ulteriore rincaro alla sua malattia.
CAPITOLO 3 - La storia del mio matrimonio
Per affari, Zeno viene a conoscenza del sig. Malfenti, del quale conosce le sue quattro
figlie. Zeno corteggia Ada, la più bella, però si comporta piuttosto goffamente, e viene
pertanto da lei respinto. Dopo un inutile tentativo di colloquio con la sig.ra Malfenti,
che causa il momentaneo allontanamento del protagonista dalla casa del collega, Zeno
incontra l'amata con Guido Speier, futuro rivale in amore. Durante una seduta spiritica
notturna in casa Malfenti, Zeno si dichiara a colei che crede Ada, ma che invece è Augusta,
la più brutta; il mancamento del protagonista fa sì che il tavolino si muova, strabiliando
i partecipanti. Zeno è dunque costretto a sposare Augusta, dalla quale è amato, perché è
incapace di ammettere lo sbaglio. Zeno si sente vittima del caso, che gli impedisce di
sposare la donna amata, costringendolo a unirsi a quella reputata più "brutta".
CAPITOLO 4 - La moglie e l'amante
Dopo i primi tempi di matrimonio, Zeno si accorge, inaspettatamente, di amare Augusta;
questa piacevole situazione dura fino a quando Zeno rivede un suo vecchio compagno di
università, Copler, il quale lo invita a dedicarsi con lui alla beneficenza, e più precisamente
ad apportare un aiuto economico a Carla, una giovanissima cantante. Quando Copler invita
Zeno a giudicare il canto di Carla, egli comincia a desiderarla e a confortarla nei
momenti di sconforto finchè diventa la sua amante. Per aiutarla, Zeno assume per l'amante
un maestro di canto, del quale però Carla si innamora, fino a lasciare Zeno, che cade
in una profonda desolazione. Nel racconto della sua avventura, Zeno oscilla tra l'atteggiamento
di aperta confessione e la ricerca di una giustificazione qualsiasi. Mentre si confessa,
egli appare agli altri innocente e puro, mentre in se stesso attribuisce la colpa dell'adulterio
alla moglie che, pensa, non lo ami più: tale colpa gli si configura come un avanzamento
della malattia.
CAPITOLO 5 - Storia di un'associazione commerciale
Quando Guido, divenuto il marito di Ada, decide di mettersi in affari, coinvolge Zeno
ed assume una segretaria, Carmen. Su consiglio di alcuni affaristi inglesi, compra del
solfato di rame, che rivende subito, contraendo una grave perdita. Nel frattempo Ada
dà alla luce due gemelli, e, siccome viene colta da una malattia che la fa progressivamente
imbruttire, viene tradita dal Guido, che diventa l'amante di Carmen. Quando l'"affarista"
decide di proseguire la sua attività fallimentare, sia Ada che Augusta si preoccupano
non poco per la situazione, considerando cheZeno ha prestato una grossa somma di denaro
a Guido. Non sapendo cosa fare, Guido attua una subdola strategia che lo aveva portato
precedentemente al successo: finge di essere sul punto di morte per destare attenzione
e affetto, ingerendo un potente sonnifero, il Veronal, che, siccome viene assunto in
dosi elevate, lo porta davvero alla morte. Zeno comincia quindi a lavorare al posto di
Guido, anche se sbaglia feretro a quello che crede il suo funerale. Di fronte alla disgrazia
capitata al cognato, Zeno riflette sull'originalità della vita: ricordando, infatti, di
quando, da piccolo si interrogava se fosse stato "buono" o "cattivo", deduce che la vita
non è né bella né brutta, ma originale.
CAPITOLO 6 - Psico-analisi
Nell'ultimo capitolo, Zeno riconosce che il Dottor S. non lo aveva guarito affatto,
e decide di farsi curare da "un medico vero, di quelli che esaminano il corpo quando
si ammala". Dalle analisi Zeno è in perfetta salute. Le vicende si legano ora allo
scoppio della Prima Guerra Mondiale, in quanto la villa della famiglia di Zeno si trova
proprio al confine tra Austria e Italia. Siccome ne viene impedito l'accesso, la villa
deve essere abbandonata, e la famiglia deve trasferirsi a Trieste. Zeno conclude che
la guerra lo ha fatto guarire dalla sua perenne malattia di uomo inetto. La guerra è
pertanto un terribile strumento di cura, non solo per Zeno, ma anche per la società
"malata" del suo tempo: il pessimismo sveviano assume quindi dimensioni cosmiche.