VERSIONI DI LATINO
 Ad limina


 Baldanzose speranze di Alessandro
 Giulio Cesare
 Il giuramento è sacro
 Rispetto per le cose sacre
 Temistocle
 Tre sconfitte romane
 Una leggenda dell'antico Lazio
 Un alluvione in Spagna
 Un animale tanto utile quanto modesto
 Vittorie di Agatocle in Africa

Versioni di latino tradotte - Ad Limina


Baldanzose speranze di Alessandro ^top
Alessandro, muovendo alla guerra contro i Parti, uccise per mezzo di assassinii i parenti ed affini, affinchè, mentre era in Asia, non potessero nuocere in patria. Neppure ai suoi familiari ebbe riguardo, se erano adotti a regnare, affinchè non ci fosse alcuna causa di rivolta. Poi radunò il suo esercito, riempì navi di armi e di armati, divise il suo patrimonio tra i suoi amici e designo a sè il solo bottino dell'Asia. Prima che la flotta sciogliesse le vele dalla spiaggia furono uccise le vittime e lui stesso pregò gli dei affinchè fosse data a sé ed ai suoi soldati la vittoria in quella guerra poichè muoveva contro i Barbari con tutti i Greci. Infatti si considerava il vendicatore di tutta la Grecia, devastata tante volte dai Barbari.
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Giulio Cesare ^top
Cesare, che era nato da una famiglia antichissima e nobilissima, fu  meno ricco degli avversari,ma molto più perspicace. Quando era bambino, i genitori lo affridarono ai più esperti e famosi maestri, per educarlo alle arti e alle discipline più nobili. La natura gli aveva dato un animo tenacissimo, non un grande corpo,ma agilissimo e fortissimo. Verso i militari era severissimo, per fargli rispettare il comando, ma anche molto liberale,molto clemente e molto cortese, se avevano combattuto con un forte animo. Avendo sottomesso i Galli, che abitavano al di là delle Alpi,e vinto Pompeo, il condottiero più mite ma vile con velocissime marce inseguì i pompeiani in Asia, Africa e Spagno e li sconfisse durande cruentissime battaglie. Quando era ritornato a Roma, celebrò un trionfo, che fu di gran lunga più bello di tutti. Molto aveva predisposto, per fornire di nuove istituzioni la repubblica romana,ma la sua vita fu più breve e la morte lo raggiunse con piede più veloce.
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Il giuramento è sacro(possibili errori) ^top
Un nobile esempio viene riportato da antichi scrittori sull'osservare la fedeltà nei giuramenti. Durante la seconda guerra Punica, Annibale, vinti i Romani presso Canne, convocò i prigionieri e annunciò loro che ci sarebbe stata la possibilità di diventare liberi. Decise allora che fossero scelti 10 di loro, i quali andassero a Roma dal Senato per ottenere riscatto. Comandò tuttavia che giurassero che sarebbero tornati all'accampamento dei Cartaginesi, se non avessero ottenuto dal senato ciò che volevano. Ma essendo usciti dall'accampamento, uno di loro, ingannando, tornò all'accampamento, pensando che con quel ritorno il giuramento fosse sciolto; poi, prima della notte raggiunse i compagni mentre andavano a Roma. Il senato non avendo voluto liberare i prigionieri poichè pensava che degli strenui soldati dovessero intraprendere guerra per non farsi catturare dai nemici, quel soldato, che era rientrato nell'accampamento, andò via per recarsi a casa dicendo che, essendo rientrato nell'accampamento già una volta, non era tenuto al giuramento. Ma il senato comandò che quello fosse riportato legato da Annibale non dovendo in alcun modo succedere che fosse tradita la fiducia Romana.
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Rispetto per le cose sacre(possibili errori) ^top
Essendosi una volta la nave di Massinissa diretta verso l'isola di Malta i suoi marinai si dice avessero sottratto dal tempio di Giunone tanti denti di elefante di straordinaria grandezza, che si dicevano essere della dea dal furto bellico e li avessero portati dal re. Si dice che prima questo avesse accettato volentieri il dono, ma poi, avendo riconosciuto da quale posto fossero stati quei denti portati via, gli sembrò opportuno ridare i denti alla dea. Per cui si dice avesse inviato nell'isola con un quinquereme (nave a 5 ordini di remi) alcuni uomini fidati, ai quali era stato ordinato di rimettere il dono al (suo) precedente luogo. Tuttavia poi Verre, pretore Romano, inviò dei servi dalla Sicilia i quali portassero via gli stessi denti e tutti i preziosi che si dicevano essere nel tempio. Infatti gli sembravano lecite tutte le cose e non si teneva lontano da alcun misfatto o sacrilegio per arredare la sua casa. Pertanto quel tempio, che neanche i pirati avevano osato saccheggiare essendo considerato estremamente sacro da tutte le genti, fu depredato con mano sacrilega dai servi di Verre.
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Temistocle ^top
La fama di guerriero e di cittadino dell'ateniese Temistocle è migliore di quella di filosofo.Ebbe un'infanzia con grandi problemi; infatti fu diseredato dal padre perchè viveva libero e trascurava il patrimonio. Tuttavia in seguito rimediò con più grandi atti di valore. Infatti per estinguere totalmente il suo atto vergognoso si dedicò alla politica con impegno e più diligentemente fu al servizio dell'amico e diventò il più eloquente tra gli oratori del suo tempo e per moltissimi giudici esercitò l'eloquenza;spesso nelle assemblee divise le controversie dei cittadini con le sue orazioni tanto autoritarie che nessuna cosa importante era decisa senza il suo consiglio nella repubblica degli Ateniesi.
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Tre sconfitte romane(possibili errori) ^top
In uno stesso anno i Romani subirono con decore tre grandi sconfitte.Lo stesso Annibale condusse il suo esercito dalla Spagna in Italia per assediare Roma stessa e saccheggiare i suoi templi e le case.Poi superò le Alpi,e molti Liguri e Galli si unirono al suo esercito per condurre contro Roma le sue stesse truppe e distruggerlo con la sua forza.Cornelio Scipione il più vicino ad Annibale accorse con il suo esercito, ma,quando intraprese la battaglia presso il fiume Ticino, subì lui stesso una grave sconfitta e dovette ritornare nel suo accampamento.In seguito Sempione Gracco combattè presso il fiume Trebbia quando subì un'altra sconfitta non solo da Annibale, ma anche dalle sue stesse truppe. Così Annibale continuò il suo viaggio per le fertilissime regioni dell'Italia e arrivò in Etruria con numerosi incendi e distruzioni(incendiando e distruggendo). Quando, non lontano dal lago Trasimeno, che è tra la Toscana e l'Umbria,assali il console Flaminio e diede a lui e all'esercito la terza sconfitta.Tra gli oracoli degli dei, che gli antichi solevano consultare, per conoscere la futura opportunità delle cose, che apprendevano, nobilissimo fu l'oracolo, che stava nella lontanissima Libia in un luogo isolato.
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Una leggenda dell'antico Lazio ^top
Si racconta che Ercole portò dei buoi di razza bellissima in quei luoghi e, stanco per la fatica si sdraiò presso il Tevere, che aveva attraversato a nuoto. Poichè egli si era addormentato, appesantito dal cibo e dal vino, si dice che un pastore di nome Caco di quel luogo, fiero delle sue forze, fu attratto dalla bellezza di quelle giovenche e le volesse rapire. Ma sembrava che le orme sarebbero state un indizio di furto, se avesse spinto i buoi in una grotta da dietro. Perciò condusse i buoi nella grotta tirandoli per la coda affinchè sembrasse dalla posizione delle impronte che fossero uscite. Svegliatosi alle prime luci dell'alba, accortosi che mancava una parte dei buoi, si diresse alla vicina grotta, ma avendo visto le impronte rivolte verso l'uscita, sconcertato cominciò a portare via la parte restante dei buoi. Infatti non gli sembrava opportuno fermarsi in una regione così ostile. Poichè i buoi avevano muggito per la perdita dei compagni, gli sembrò di sentire in risposta un muggito dalla grotta. Quel suono lo fece ritornare alla grotta. Caco tentò di impedirglierlo con la forza, ma colpito da una clava, morì.
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Un alluvione in Spagna(possibili errori) ^top
Accadde anche un'improvvisa disgrazia. Nasce infatti una tempesta tanto grande che non era noto che in quei luoghi ci fossero state acque più violente. Allora mentre da tutti i monti l'acqua fa sciogliere le nevi e superare le alte sponde del fiume e distrutti entrambi i ponti che Cesare aveva fatto costruire nei giorni precedenti. Questo fatto portò gravi difficoltà all'esercito di Cesare. Essendo infatti l'accampamento tra due fiumi, il Sicori ed il Linga, né l'uno né l'altro di questi poteva essere inevitabilmente oltrepassato e tutte le truppe con queste difficoltà erano rimaste bloccate. E non dalle città, che si erano avvicinate all'amicizia di Cesare, poteva essere portato grano e non potevano rientrare quei cavalieri che erano usciti troppo dall'accampamento per rifornirsi. Il tempo infatti era molto difficile in cui sia i cereali non avanzavano nei quartieri d'inverno i viveri che venivano dall'Italia e dalla Gallia, potevano arrivare all'accampamento, e i Pompeiani prima dell'arrivo di Cesare avevano trasportato quasi tutto il frumento nei loro accampamenti.
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Un animale tanto utile quanto modesto ^top
Nè la bellezza del corpo nè l'acutezza della mente furono date dalla natura agli asini. Infatti, quando sono piccoli, appaiono brutti e deformi, crescendo, più brutti e deformi. Se gli asini vengono paragonati ai cavalli, risulteranno sgraziati, testardi, lenti. Hanno i corpi piccoli, i petti angusti e gli occhi poco vivaci. Sono noti a tutti la grande lunghezza delle orecchie ed il più fastidioso tono di voce, che sono spesso derise presso i fanciulli e sono causa di beffe. Tuttavia gli asini sono molto utili poichè sono più pazienti per le fatiche rispetto alle altre bestie da soma. Possono sopportare il freddo, la fame, la stanchezza, si accontentano dei cibi. La società degli uomini non è molto amata dagli asini, né vengono richieste le carezze dei padroni, né è custodito il ricordo dei benefici. Tuttavia gli asini non offrono agli uomini meno utilità dei cavalli.
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Vittorie di Agatocle in Africa ^top
Agatocle, tiranno di Siracusa,  per combattere la guerra contro i Cartaginesi, al settimo anno del suo impero, e senza che nessun soldato sapesse dove l'esercito fosse condotto, tracciò la rotta verso l'Africa. Credendo tutti che avrebbero navigato verso l'Italia e la Sardegna per fare bottino, soltanto allora, sbarcato l'esercito sulla costa dell'Africa manifestò l'intenzione di assalire Cartagine. Poi, con l'esercito che acconsentiva ordina di incendiare tutte le navi, tolta la possibilità di scappare, tutti sanno che si deve vincere o morire. Mentre incendia le ville e i casteli, Annone tentò di resistergli con 30000 soldati, ma, attaccata battaglia, 3000 cartaginesi furono uccisi. Con questa vittoria gli animi dei Siculi si alleviarono, (quelli) dei cartaginesi si spezzarono. Agatocle, vinti i nemici, assaltò le ville ed i castelli, portò con se grandi bottini, uccise molte migliaia di nemici . In seguito comandò che gli accampamenti fossero posti non lontano da Cartagine affinchè i nemici guardassero gli incendi dei villaggi e la desolazione dei campi dalle mura.


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